Alla fine dei salmi, ma che siamo se non due piedi che calpestano questa terra?

Ci ho riflettuto molto, quando non si dorme il tempo si dilata enormemente, e alla fine ho capito che seppur ci abbia provato, seppur ci abbia tentato, seppur ci abbia scommesso, qualsiasi cosa che ho fatto o che farò, pian piano si affievolirà per lasciar spazio a chi mi seguirà (come giusto che sia).

E’ un pò come se ci fosse uno spazio massimo da riempire oltre il quale nulla è possibile. Per una cosa che entra, una ne deve uscire.

Che senso ha, quindi, portarsi dietro un fardello di pensieri o cose, quando alla fine lo dovrò lasciare da qualche parte, se va bene, come un ulteriore peso ad altri, se andrà male?

E se iniziassi a lasciar lungo la strada, quei pensieri che alla fin fine non sono proprio miei ? E se riuscissi a dar peso solo a quello che realmente ha  un peso? E se… se.. se.. ed ancora se…?

Sarebbe tutto bello, ma se  me lo chiedo è perchè non fa parte di me, non lo è mai stato, e se non l’ho dentro perchè lo dovrei impararlo e farlo ?

E’ inutile, non mi riesce proprio, nascodermi dietro a voci mielose che mi parlano di metodi fantastici per dormire, per rilassarmi, per gettare alle ortiche una vita intera esaltando solo l’oggi, per recuperare l’io e la consapevolezza.

Noi siamo quel che siamo, io sono quel che sono, siamo dove siamo per quello che siamo, sono dove sono per quello che sono e che ci piaccia o meno, la vita che abbiamo è frutto di quello che siamo stati e siamo, non di quello che dice un libro.

Quindi si, sono sempre più convinto che non siamo altro che due piedi che percorrono questa terra.

Così. Per dire. CJJ