Ho trascorso le ultime 63 ore lontano da qui, pensando di sapere quello che sarei andato a fare, ma del tutto ignaro di quello che avrei fatto e che sarebbe successo.

Non perchè non sapessi cosa dire, ma perchè la casa editrice Keira, in special modo la sua “mente pensante” aveva costruito molto di più di una presentazione, molto di più di un evento, molto di più di quanto immaginabile.

Di queste 72 ore, 2 le ho trascorse in aereo, 6 in treno, un monte ad aspettare le coincidenze, qualche minuto dormendo, qualche ora attendendo che il sole sorgesse e le restanti le ho trascorse con persone “speciali”, “uniche” ed “elevate”.

Ho imparato tanto, davvero molto di quello che succede a “quella latitudine” come mi ha detto LUI (persona eccelsa e speciale che amava leggere introspettivamente il senso di ogni parola, di ogni pensiero) ho imparato molto dallo sguardo deciso e sicuro di sua moglie, ho imparato molto dalla gentilezza e dalla determinazione di loro figlia, “la donna della rotonda”, ho imparato molto dal sorriso di “Babbo Natale”, ho imparato molto da una donna che ha sofferto ed ha avuto il coraggio di dirlo, ho imparato molto dal “padrone di casa” che con il sorriso ha permesso che quei posti fossero disponibili, ho imparato molto da chi unisce umanità a giustizia, senza dimenticare che nel mezzo c’è sempre una persona, ho imparato molto da chi ha costruito un’opera d’arte e l’ha esposta lì, perchè era importante che ci fosse, ho imparato molto dalle tantissime persone presenti, dalle interviste rilasciate e dai libri firmati (che emozione), dall’interpretazione di 3 attori che, emozionandomi, hanno trasformato frasi del romanzo in realtà.

Insomma, ogni singola persona che ho trovato davanti a me, alla quale ho stretto la mano o con la quale ho incrociato lo sguardo, mi ha aiutato a crescere ricordandomi cosa sia la vita.

Non è facile viverla, non è facile capirla, ma facciamo in modo che quando lei ti sorride, tu sorrida.

E’ stata la prima, spero che non sia l’ultima.

Così. Per dire. CJJ