Lo ricordo ancora, era una notte buia ed ero seduto su una poltrona guardando attraverso una portafinestra davanti a me, un giardino rigoglioso di verde e natura.

Il cielo cupo, la notte profonda e lampi di luce in cielo accompagnati da assordanti tuoni; il mondo fuori dalla mia stanza urlava la sua forza, ricordando a me ed al mondo intero, le regole della vita.

Gli alberi impauriti, si scuotevano cercando di liberarsi dalle ire del cielo e lasciando cadere le foglie che colorando di arancio e giallo il prato che li circondava, si inchinavano alla sua volontà.

Una pioggia scrosciante batteva nei vetri, sfocando la luce che repentina riempiva i mie occhi e la mia stanza.

Ed io, curioso ed attratto dalla natura, ignaro del suo volere, guardavo là fuori cercando di percepire quanto di unico mi circondasse, in compagnia di una candela che lì, a pochi metri da me, con il suo piccolo chiarore, ed il suo stoppino informe, mi delimitava spazi e confini.

Ero solo lì con lei, con quella luce fioca che variando tra il giallo, l’arancio e il nero del buoi si ergeva intrepida contro la forza della natura, ed io la guardavo attratto e sicuro, come un marinaio che immerso nella notte osserva le stelle, uniche amiche e compagnie di viaggio.

Il sibilo del vento correva lungo le pareti della casa, lo sentivo, ma avevo lei che mi scaldava, che mi rincuorava, che mi sussurrava parole dolci, sicure, non avevo da temere nulla, le mie vele avrebbero sopportato anche quella burrasca.

Eravamo io e quella flebile luce a contrastare la natura, solo io e lei, ma non avevo paura.

Mi alzai e prendendo la candela in mano, vi diressi allo stereo, presi un cd e mettendo Pachelbel tornai a sedere, sorridendo.

Luce e note, calore e musica, vibrazioni di luce e di suoni, melodie e sussurri, rimasi ad osservare la tempesta fino a quando la luce spendendosi mi augurò la buona notte.

Cosi. Per dire. CJJ

ps la notte è solo il momento meno luminoso del giorno.