Oggi, guardando dinanzi a me, ho visto uno zerbino e mi sono chiesto come sarebbe la sua vita avesse modo di raccontare ogni singola pestata.

Chi ci si appoggia con dolcezza, chi con furia, chi strofinando con forza la pianta del piede, chi saltandolo, chi pesante e chi leggiadro, chi piccolo e chi immenso.

Un rettangolo messo davanti alla soglia di casa, con qualche frase dolce che però ha il sol compito di “pulire” quello che di brutto è fuori per non portarlo dentro.

Ecco che la sua effimera vita mi ha donato un sorriso (certo che la mia mente e la mia immaginazione deve essere davvero contorta) , facendomi o associando la mia vita alla sua, rendendomi conto di quando ero colui che calpestava e quando colui che veniva calpestato, quando ero colui che si strofina con decisione e quando chiudevo gli occhi per non vedere.

Tutti, per un pezzo della nostra vita siamo stati zerbini, chi più e chi meno ma tutti abbiamo dovuto accettare cose che non ci piacevano e pulire il fuori, o fingere di pulirlo, per rendere meno “contaminato” il dentro.

A qualcuno è piaciuto, a qualcuno meno, qualcuno non ci ha fatto caso e qualcuno ci ha sofferto.

Io, che davanti al mio studio ho un ottimo zerbino, compagno di viaggio con scritto “keep calm… un ca..zo” posso dire che non amo farlo, che l’ho dovuto fare e forse lo rifarò, ma, almeno, finquando non lo butterò, ogni volta che mi ci avvicino lo salto, dandogli la sua dignità e sorridendo pensando che se anche dovessi pestarlo, lui mi ricorderà che è forte come una roccia.

così. per dire. CJJ