Come tutte le cose di questo mondo, ad ogni inizio segue una fine.

Alcune volte tra i due estremi c’è un periodo apparentemente lungo, altre estremamente corto e se anche si tende a ricordare il primo e l’ultimo di questi istanti, sono proprio i tanti attimi intermedi che hanno riempito questa distanza a scandirne il tempo.

Tutto passa, come sempre accade, ma spero che tanto di quello che ho visto, appreso, capito, ma soprattutto non capito, rimanga in me il più possibile e mi permetta di crescere.

Voglio potermi ricordare il colore del cielo e del mare, dei pescecani che giravano intorno a noi, voglio ricordare il valore del “me ne frega di tutti e tutto” che volteggiava su di noi, del “me ne frego dell’abbinamento dei colori perchè l’importante è stare comodi” o la bellissima frase “non voglio pensare a ciò che non posso permettermi, ma come posso fare a permettermela“, alla cubana che ha cercato di portarmelo appena l’ha visto, alla parte di me che è rimasta su quel mare o a quell’altra parte di me che ho lasciato nello scivolo giallo, ai sorrisi continui di quel bar dove showgirls si alternavano cantando gli hits di una vita, al serpente nero che ci ha attraversato la strada facendoci paura, alle decine e decine di campi da pallavolo sulla spiaggia dove fantastici ragazzi si allenavano come se fossero in un film, al profumo dei soldi e della fama che trasformava qualsiasi cosa in unicità e normalità, alla forza di chi ha solcato l’oceano per trovare fortuna, ma ha trovato solo sudore e fatica, alle 2000 miglia fatte in 3 giorni solcando le strade del mondo, alla grande diversità culturale che ci divide, ad un linguaggio misto tra il nostro e il loro, al tre fatto con le dita che io proprio non riesco a fare, al “ma dov’è l’Italia? vicino alla Fracia. e la Francia? in Europa. E dove sarebbe l’Europa? Sigh. Io conosco Londra. Ecco, l’Italia è vicino a  Londra? Sigh” alla volontà di farci paura per strapparci qualche dollaro in più, al finto incidente per prendere qualche sporco dollaro di assicurazione, alla difficoltà nel mangiare una dieta che qui non sarebbe possibile, alle cofanate di insalate manguate “Muuuuuuu”, alla delusione di alberghi o ristoranti e la felicità di altri alberghi e ristoranti,  ad una casa così bella da essere solo un sogno per alcuni, ma un inizio per i più, alle regole stradali che mai capirò, ma che danno un senso di ordine che da noi non esiste, allo stupore di un personale che non ha mai visto soggiornare nel suo hotel delle persone per più di 3 giorni, alla frase “ma di preciso che ci fate qui?” ripetuta tutti i giorni per 18 giorni consecutivi,  al “ci mancherete” di una persona semplice ma presente, ad una ragazza sordomuta che sorrideva e ci donava sempre una emozione ogni volta che ci vedeva, ad un rooms che ho saputo solo oggi i pensieri che ti ha dato, al mangiare che non potevi permetterti ma che hai saputo gestire, alle grandi amicizie che hai saputo fare e alle grandi invidie che si sono portate dietro, ad una macchina che non potrò darti e a quella che avrai, ma sopra a tutto voglio ricordarmi  quella educazione che ti hanno riconosciuto tutti  e a quegli occhi così luminosi che mi hanno aiutato nel dolore costante di questi giorni.

Voglio potermi ricordare di tutto, proprio tutto, anche del pancreas, del tendine, delle pasticche, del sole, del caldo, dell’aria condizionata che odio da noi ma che ho amato qui, anche se sò che ciò non sarà possibile.

Spero che la maggior parte di queste cose rimangano nel mio cuore a lungo, come spero di poterle rivedere presto, ma una cosa mi è stata chiara, il momento di tornare era arrivato sia per te che per me. Te sei diventato grande ed hai i tuoi ritmi, che non sono più i miei. Io sono invecchiato e non riesco più a darti quello di cui hai bisogno.

Sono stati giorni bellissimi, intensi e dolcissimi, nei quali abbiamo condiviso il mondo ed il futuro, ma ora è giusto che tu corra veloce e senza una zavorra (me).

Sai che ti saremo vicini, così come lo sarà la dama bianca che ti osserva dalla sua torre e la silenziosa madama dorè che dal suo colle ti pensa sempre, ma sei grande davvero grande e sono pronto a stare seduto sulla panchina della vecchiaia a guardar cadere le foglie di quel platino cercando sul giornale qualsiasi notizia che parli di te.

Non so se riuscirò a darti di più di quello che ho potuto, ci proverò, ma ora sei pronto a partire con te “voglio capire come fare a permettermelo, invece di pensare di non portelo fare”

così. per dire. CJJ

PS 19 luglio 2022. ognuno ha la sua data