Un’alba estiva dove la nebbia accarezza le colline. Il cielo rosso, qualche leggero rintocco di campane dalla città, gli animali che si muovono senza paura, un muro di cinta che permette di appoggiarsi con le braccia e guardare l’infinito.

I pensieri che scorrono fin dove sia possibile vedere con gli occhi e il cuore che batte più forte pensando a quanto sei lontana.

Un Dio di cui mi chiedo il perché, lascia che la normalità di questo mondo, per un attimo, si metta in disparte lasciando che l’anima possa solcare ogni singola onda del futuro senza pensare al presente.

Attimi in cui il passato non sembra così pesante ed un presente che non lo è più. Un futuro che attende arrivi ed io che lo guardo senza paura di sbagliare, con trepidazione e rispetto, senza paura di quello che potrebbe succedere e succederà.

Come quella nebbia che accarezza le colline davanti a me, guardo al futuro consapevole di non sapere cosa ci sia sotto, ma sereno nel constatare che al disopra c’è sempre il sole.

Qualsiasi cosa accada e comunque vada, se non la proverò non saprò mai se sia adatta a me o no.

Per cui guardo il futuro, senza sapere quale sia, per una volta accettando il rischio di non averlo programmato, ma consapevole delle mie forze.

Ci saranno serpenti e volpi, ci saranno cinghiali e topi, ma quando la nebbia salirà troverò anche fiori, ruscelli, alberi verdi e serenità.

Alla fine, chi prova e perde ha potuto provare ed ha incamerato esperienze. Chi per paura non prova non saprà mai cosa c’è sotto quella nebbia. Potrà solo pensarlo ma mai saperlo.

Io lo saprò.

così. per dire. CJJ