Come fossero corde di un violino, sentimo le emozioni vibrare nel mio animo.

Non c’era un perchè o, un perchè dei perchè, ma sempre le solite cose che si avvolgevano su di me da tempo, da molto tempo.

Eppure, accadeva qualcosa, qualcosa di diverso che si appropriava dei miei stati d’animo e gli imponeva di vibrare.

Da una parte era una sensazione di vita e mutamento, ma dall’altra mi poneva in quello stato di “ignoranza” che mai ho gradito.

Sarà perchè non amo le sorprese, che non amo il non sapere o che non sopporto il non capire, ma rimane che ogni volta che qualcosa si allontanava dal mio “gestire” mi metto in difesa, chissà poi da cosa.

Sta di fatto che quelle vibrazioni del mio animo, quel sentirsi giudicabile e vulnerabile, la vivevo come una esplosione di sensazioni.

Il tempo era scorso lento, come sempre, prima che lo vedessi partir da me, prima che non potessi più tenerlo dentro di me. Poi un attimo, un istante e tutto quelle che era “mio” che aveva vissuto dentro di me, se ne è andato.

Avrei dovuto gioire o goderne, avrei dovuto accettarlo e capirlo, avrei dovuto tante cose, ma le sensazioni che si vivono non possono essere catalogate, decise o programmate ed io, che di “comune” ho ben poco, l’ho vissuto come una forzata separazione.

Giorni e notti trascorse a pensare, giorni e notti passate a decidere, giorni e notti passate a dar vita a quelle immagini che vorticavano nella mente e poi, quei macigni e quelle certezze sono volate via con la leggerezza di una piuma sospinta da un docile alito di vento.

Allungavo le braccia e mi prodigavo nel cercare di riportarle a me. Sapevo che fosse giusto così, lo sapevo, ma non lo volevo o forse avevo solo paura di condividerlo.

Ho abbassato le braccia, ho atteso un istante apprezzandone il volo e la delicatezza e ho abbassato lo sguardo.

Arriva un momento in cui bisogna sapersi arrendere, bisogna saper accettare, bisogna volersi bene e non accanirsi.

E’ stato in quel momento, in quel preciso momento, che le vibrazioni dell’anima si sono fermate.

Non so se sia un bene o meno, so solo come lo vivo io.

Non seguite i pensieri degli altri, non fatevi mai dire cosa sia giusto, per voi fare o meno, non accettate mai “lezioni di vita” di nessuno.

Non fatevi chiudere in un cassetto e catalogare.

Se siete diversi non fate che diventi un peso, ma vivetelo come una fortuna.

Tutti arriveremo alla fine di un percorso e non fate che la strada vi sia disegnata dagli altri.

Se vorrete piangere, fatelo, se vorrete guardare il mare, fatelo, se vorrete sognare, fatelo. Arrivate alla fine soddisfatti di voi e non soddisfacendo solo gli altri.

C’è un momento per sognare, uno per agire e uno per valutare.

così. per dire. CJJ