Non era ancora sorto il sole e la notte correva sorridendo tra i prati che circondano la mia casa, quando seduto nella poltrona del mio studio, ho indossato le cuffie acustiche e mi sono lasciato trasportare dalle note della musica classica.

Avevo bisogno di chiudere la mente, oramai offuscata dal mondo che mi circonda, ho provato a lasciarmi andare e a non pensare a quanti pensieri, problemi e preoccupazioni questa pandemia ci sta dando e a quanto questa concentri ogni nostra riflessioni, ogni nostro pensiero e ogni nostra libertà.

Ho provato a sostituire il violino con lo sguardo spento e preoccupato delle tante persone che in qualche modo provano a viverci e conviverci.

Ho provato a sostituire le note del pianoforte con il riverberio della poche parole che ci scambiamo, in questo mondo che non sa più comunicare e socializzare.

Ho provato ad assorbire quell’assolo di oboe al posto di chi guarda quei giovani che da quasi un anno, hanno perso la bellezza del correre spensierati.

Ho provato a percepire il riverbero di una viola, sperando di allontanare da me la sensazione di stare in una prigione di vetro.

Ho provato a sorridere consapevole che la solitudine non sia specchio della nostra anima.

Stiamo imparando a convivere con le incertezze, con la novità e con la paura di un nemico silenzioso ma presente.

Sarà una lezione che ci rimarrà nel cuore, che ci ha tolto un abbraccio ed un bacio, che ci ha tolto la bellezza di un rossetto o di una bocca sorridente, che ci ha tolto la libertà di correre là, dove il cuore batte forte.

Sarà ancora lunga, ma sarà un’altra esperienza di cui faremo tesoro affinché un giorno, questi mesi saranno solo sfumati dalle note del violino

cosi. per dire. CJJ