Questo vivere senza tempo, senza bussola e senza contatti sociali, ci ha portato a confondere lo scorrere delle ore, lo scorrere delle sensazioni e delle emozioni.

Ci ha chiuso tra quattro mura, qualcuno con un balcone e altri con un giardino, ci ha rilegato a trovare una quadra con metodi e pensieri che prima non erano nostri.

Ci ha portato a sonnecchiare una vita che prima era frenetica, ci ha portato a godere di cose minime e stupide, come andare a fare la spesa, ci ha portato a guardare un monitor per parlare con parenti, amici e colleghi, ci ha portato a discutere per una connessione internet che non basta per gestire tutti, ci ha portato a dimenticare piccole cose che ora rimpiangiamo, come un caffè al bar con un amico e una cena con le persone che ami.

Questo nuovo modo di vivere, ci ha portato a vivere in tuta, accantonando camice, giacche e cravatte, ci ha portato a trovare piacere da cose che prima nemmeno consideravamo, ci ha portato a guardar crescere le ricrescite o i capelli bianchi, senza il timore di essere giudicati, perchè problema di tutti, ci ha portato a valorizzare lo scorrere del tempo e il silenzio dell’anima.

Questo incredibile, silenzioso e terribile nuovo compagno di viaggio, ci ha chiusi per mesi con la paura degli altri, allontanandoci da quello che di più caro avevamo, le certezze.

Questo forzato isolamento, ha raschiato il fondo del nostro animo, mettendo a dura prova ogni parte di noi, da quella fisica a quella psicologica.

In tutto questo bailamme di novità, mi domando cosa ci rimarrà dentro quando un giorno, questo virus non sarà altro che uno dei tanti virus.

Mi domando se ai ragazzi di oggi rimarrà il ricordo del dolore passato da chi ha visto morire i suoi cari senza poterli onorare, se ricorderanno le file ai supermercati e la paura che le scorte alimentari finissero.

Mi domando se avranno percepito il problema economico nel quale ci ha buttato e se avranno capito che molti dei politici lo hanno sottovalutato.

Mi domando se avranno percepito che tutto il mondo soffre e, alla fine, se questo dolore e questa sofferenza li porterà a cercare di cambiarlo.

Mi chiedo dove siano le sardine, dove i no VAX, dove Greta e il suo impermeabile giallo, dove le ONG e dove siamo noi.

Mi chiedo se almeno a loro, ai nostri figli, sarà bastato questo virus per non accettare più di vivere una vita nell’oblio del denaro, se avranno percepito che è bastato un microscopico virus per azzerare il mondo e buttare nella fame, tante persone.

Mi chiedo se avranno capito la falsità di tante parole dette dai politici e che tanti dei loro genitori sono stati lasciati soli a combattere sia il virus che lo stato.

Mi chiedo se esiste un Dio clemente che ha voluto questo e se sì, perchè?

Mi chiedo come mai chi doveva non ha visto, chi poteva non ha fatto e chi controllava ha tenuto gli occhi chiusi.

Insomma, seduto alla mia scrivania, con davanti il mio laptop, mi chiedo se quello che è accaduto e che stiamo cercando di lasciarci alle spalle, ci ha o avrà cambiato.

Non so voi, ma io guardandomi intorno, percependo sempre e soli gli stessi rumori, le stesse voci e gli stessi profumi, senza capire che giorno sia mi chiedo cosa sarà di noi tra un anno; quanti negozi saranno chiusi e quante attività fallite, quanti ci avranno speculato, ma soprattutto quanti ne avranno pagato le conseguenze e mi fa paura; mi auguro solo che chi prenderà il nostro mondo domani, non ci maledica e infami.

Non so che giorno sia, come ho scritto e poco importa, perchè quello che è stato non potrò cambiarlo e quello che sarà non potrò prevederlo.

Quindi, l’unica cosa che so, è che dovrò imparare bene che le azioni che farò oggi, saranno fautrici del nostro domani.

così. per dire. CJJ

have a nice day, little boy