Sono giorni decisamente intensi, giorni dove si aggrovigliano emozioni e sensazioni contrapposte, giorni dove il sole si accompagna con la notte, dove la gioia si mescola al dolore.

Giorni dove i punti di vista sembrano sempre più distanti e le convinzioni sempre meno tali.

Giorni dove sembra necessario capire cosa accade per valutare cosa fare e quando pensi di averlo capito, sprofondi in nuove domande.

Giorni dove ti guardi intorno e non vedi nulla, giorni dove qualcuno pensa di portarti rispetto buttandoti addosso tutto il suo dolore non pensando che il male non si divide, così come succede per l’amore, giorni dove ti domandi il perché di tutto ed il come mai di qualsiasi cosa.

Ripensi al passato e ti rendi conto che nulla di quello che pensavi era vero, ma poi ti capita di trovare qualcosa e tutto si fa chiaro.

Le pedine della vita prendono il loro posto nella scacchiera delle cose e come se nulla fosse vedi tutto in maniera limpida e chiara.

Vorresti ciò portasse con sé la parola fine, dire “basta” e rallentare i pensieri, ma così non è perché all’orizzonte, inaspettatamente, spuntano nuove domande e nuovi dubbi come se sia giusto averlo saputo, se sia voluto o meno e come sia stato possibile.

Ci pensi, solo con te stesso e ti stupisci, rammarichi e “chiudi”.

Non ha un senso, proprio non lo ha, poco importa che tu ti senta leone o gazzella, proprio non ce l’ha e non puoi far altro che guardare a undicimila miglia da te e pensare a cosa fai, come lo vedrà, se mai lo capirà o se farai gli stessi errori di cui ti senti vittima.

Una volta una persona mi disse che le cose “importanti” capitano a chi riesce a gestirle e non posso nascondere l’irritazione che ho sempre avuto verso questa concezione disarmonica della vita, ma oggi mi viene da pensare che alla base, un pò di verità ci sia.

Ma non per quello che significa la frase in sé, ma perché ci sono persone che avanzano all’approssimarsi dei problemi ed altre che arretrano, persone che non accettano “di non capire” e vanno oltre il buio e la nebbia, consapevoli e pronte a vedere cose dolorose, mentre altre evitano di vedere sorridendo all’ignoto.

Chi stia meglio dei due proprio non lo so, ma di certo non sono la stessa persona perché “chi nasce tondo, muore tondo e chi nasce stronzo muore stronzo”.

Ecco perché, una volta nel crogiuolo dei pensieri ho rivisto lei, ho rivisto il suo odio ed il suo dolore ed ho rivisto me e quanto, non capendo e non accettando il suo fare, abbia giudicato il suo “essere”.

Alla luce di quei fogli, mi sono chiesto chi sia io per giudicare? Quanto davvero sapevo della sua vita per capire quei gesti? Quanto avrà sofferto lei non salutandolo per l’ultima volta?

Non so cosa accada tra qualche ora, figuriamoci domani o la prossima settimana, ma so che non voglio più tentar di capire, tentar di accettare, tentar di assecondare o anche solo tentar di assolvere nessuno.

Ognuno di noi sia specchio di sé, ognuno di noi sappia ascoltarsi e sappia giudicarsi perché alla fine dei salmi, quando torneremo alla polvere, quello che ognuno di noi ha fatto, svanirà e nessuno, ma proprio nessuno potrà capirlo fino infondo.

Non ci sono agende, libri o video che ti spiegheranno mai il motivo di certe cose e quindi non provare a capirle e non provare ad accettarle, ma pensa solo ad undicimila chilometri da te.

Non rinnegare quello che hai fatto e non dolertene, perché ogni meta la raggiungi con un inizio.

E se la fine dovrà essere, che la fine sia. Se la notte dovrà scendere, che scenda. Se il sole dovrà sorgere, che lo faccia, ma non stare più lì, fermo o inerme, titubante o riluttante a provare a capire persone che non esistono e che mai faranno parte del tuo mondo.

Non rabbuiarti pensando a loro, perché loro a te proprio non pensano e non ti abbattere se guardandoti intorno non vedi più nessun legame con il passato, perché se sei così vuol dire che quel passato non è mai esistito; se ce la fai, ma solo se sei pronto a risponderti, chiediti se sei stato te a colorarti di blu il cielo per non vedere le nuvole o se lo era davvero.

Se hai sbagliato chiedi scusa, se pensi di non aver capito domanda, se pensi di aver subito fai valere le tue convinzioni, ma non farlo più da solo e con te stesso.

Vai via, vai lontano, vai dove non senti e vedi, staccati dal mondo e lasciati andare, vedrai che la ragione tornerà a galla.

Dammi retta, non giudicare se non vuoi essere giudicato e se qualcuno lo ha fatto, fa o farà, poco importa, lascialo nel suo brodo, perché “chi nasce stronzo, muore stronzo e vigliacco”.

così. per dire. CJJ

ps arrivi ad un’età in cui speri e pensi che non ci sia più nulla su cui lottare. Non è vero, lo dovrai fare sempre, fino alla fine dei giorni.

pps guardando nella borsa delle emozioni ho cercato il “cazzo che me ne frega”. Non l’ho trovato, però ho trovato delle gomme da masticare. Ne vuoi una?