In questi ultimi mesi e con sempre maggior frequenza, oserei dire, mi capita di sentirmi o di ritenermi, su di un crinale.

Un luogo insolito, spesso fastidioso, dove nulla è definito con certezza, dove percepisco due mondi distinti che si contrappongono lungo quella sottile linea che percorro.

Un sentiero arduo da seguire, che ti pone continue riflessioni, spesso in contrapposizione tra di loro, un minuscolo percorso che lambisce la lava e le profondità marine.

E lì, tra incredulità e rabbia, tra smarrimento e perplessità, procedo lentamente, giorno dopo giorno, passo dopo passo, dirigendomi verso qualcosa che non potrei descrivere, che non so descrivere, ma che mio malgrado mi coinvolge e chiama a sè.

Un equilibrio difficile da mantenere, che mi chiede tanta forza di volontà e determinazione, che mi chiede lungimiranza e criticità.

Da quanto è così e per quanto lo sarà?

Non saprei dirlo, forse da sempre, ma può essere che pensi così perchè in questo mondo io rientro tra coloro che devono “guadagnarsi” tutto, anche le cose scontate, ma ad oggi ci sono arrivato e considerando che più della metà della mia vita (statisticamente parlando) l’ho trascorsa, non mi rimane da pensare che la fatica più grande sia stata fatta. Così non è!

Un pò come quando parti per un viaggio, verso una meta che va raggiunta entro una certa ora, dove ad ogni km che percorri, anche se ti avvicini alla meta, ti lasci alle spalle un tempo che non tornerà ed uno spazio che non ti appartiene più, prendendo a te stanchezza.

Procedi sicuro, ma attento a te e agli altri, procedi deciso, ma con un occhio alla strada ed uno al quadrante. Poi arriva il momento in cui sentirai gli occhi socchiudersi dalla stanchezza e le gambe dolenti dalla posizione ed avrai solo due soluzioni: fermarti a riposare rallentando il tuo percorso e rischiando di arrivare tardi o tentare di arrivare a scapito della tua sicurezza.

In quel momento metti sul piatto della bilancia tutto e, a seconda di cosa prevarrà, deciderai come procedere. Quel crine di cui parlavo, quell’attimo in cui decidere se fermarsi sarebbe giusto per te, ma ti potrebbe non permettere di ottenere ciò che cerchi (quindi continuare a seguire altri sogni a scapito di tempo, spaio e stanchezza) o continuare per tentare di abbracciare un sogno, almeno uno, consapevole che stai rischiando, ma potresti fermarti e riposare?

Quanti di questi attimi viviamo in una vita?

E quante sono le persone che salgono in macchina con te per aiutarti?

Quanti sono disposti a seguirti sul quel crinale e quanti pretendono che sia tu ad allargarne la strada?

Quanto vale un chilometro di questo percorso e quanto un attimo di serenità?

Quante mete abbiamo ottenuto e quante ne otterremo?

Come spesso ripeto, c’è un tempo per correre ed uno per guardare, un tempo per dipingere ed uno per osservare, un tempo per ascoltare ed uno per suonare e arriverà il giorno in cui vi sentirete attratti da una delle due parti e qualunque scelta prenderete, non vivetela come una sconfitta, perchè lo avrete fatto per voi.

Non si può vivere per gli altri a scapito di noi stessi.

Non si può costruire un palazzo per chi ama stare in tenda.

Non si può colorare il cielo di rosa, quando chi avete intorno guarda sono in basso.

Questo mondo è contorto, perchè in un sistema che non permette a chi ha sbagliato di non dimostrare la sua correttezza e a chi pensa di aver subito un danno, di subirne un altro (forse peggiore), non c’è equità e equilibrio, ma solo superficialità.

Sono stanco delle persone superficiali e sono stanco di essere profondo. Sono stanco di lamentarmi e sono stanco di non accettare.

Sento le gambe doloranti e la fatica sulle spalle, mi dispiace ma io esco al primo autogrill. Non ha senso seguire un sogno se non è più raggiungibile, ha molto più senso vivere il quotidiano.

così. per dire. CJJ

PS. Era tanto che non facevamo una analisi grammaticale. Quindi proviamo ad analizzare: La luce del tramonto riflette nel mare.

La= articolo doppio, femminile singolare ma dipende dai punti di vista perchè oggi maschio e femmina non si possono dire e quindi indefinito singolare

luce= nome comune, femminile se torcia, maschile se fiammifero, singolare astratto ma non troppo, perchè brucia

del= preposizione articolata parecchio, che viene da lì

tramonto= nome comune di oscurità. maschile singolare se non ci sono le nuvole, plurale se ci sono

riflette=  voce del verbo riflettere. tempo presente, prima persona se riflette te, 3 persona se riflette lui, 5 persona se rifletto loro. singolare se è unico, plurale se sono parecchi specchi uniti

nel= preposizione articolata simile a del ma con iniziale diversa

mare= nome comune di acqua, maschile, senza dimensione, rellineo all’orizzonte, turbolente come carattere. dubitativo (che pesci ci saranno?)