Ero seduto su uno scoglio freddo e poroso, uno scoglio in riva al mare, uno di quegli scogli che delimitano la sabbia all’acqua, uno scoglio che era lì da tutto il tempo che conoscevo e chissà quanti altri me aveva sorretto ed ascoltato.

Ero seduto guardando l’orizzonte, con le ginacchia vicino al petto e le mani chiuse per sorreggerle vicino a me.

Ero fermo e immobile guardando l’orizzonte e percorrendo gran parte della mia vita mentre il mare, le sue onde e quel rumore accompagnavano i ricordi nella mente; quel posto aveva sempre avuto quell’effetto su di me, mi permetteva di guardami dentro con serenità, ma, soprattutto, senza giudicarmi.

Non è mai facile essere onesti con se stessi, meno che mai obiettivi, perchè c’è sempre un motivo, una ragione o un evento altrui che ti ha portato a sbagliare, ma davanti al mare, al riflusso delle onde, alla sabbia così liscia, al riverbero del sole in quello specchio infinito, riuscivo a vedere le cose per come erano.

Giudicarsi per non giudicare, capirsi per capire, studiarsi per studiare, era sempre stato questo il centro del mio mondo, avevo sempre pensato, creduto, ipotizzato, che solo conoscendo meglio me stesso, avrei potuto capire gli altri.

Spesso mi era capitato di trovarmi su quello scoglio ascoltando il mondo e sentendomi solo, non fisicamente ma psicologicamente, solo perchè sperando in un mondo di relazioni, sorrisi e condivisioni, un mondo dove ogni persona ha il suo posto, dove tutti siamo importante e non conta solo il dio denaro.

Ho sempre pensato che nessun avere ci accompagna lungo la “strada delle genziane”, quindi non aveva nessun senso cercare di raccogliere a sè, fortune e averi materiali perchè nessuno mai, avrebbe saputo quanto e se ne avrebbe mai goduto.

Avevo sempre pensato che l’unica vera ricchezza che avevamo era quella intellettuale, quella che ci permetteva di capire il prossimo, di condividere con lui i sorrisi e i dolori, ma giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza avevo capito che la mia era solo una illusione.

L’uomo nasce scimmia, predatore e bugiardo e non esiste lo scorrere del tempo, non esistono scuole o esperienze che ci allontanino dagli albori della vita.

Tranne in rare occasioni, come quando si deve “colpire una persona dell’altro sesso” o quando ci si trova dietro ad un tavolo per fare un colloquio di lavoro, dove si racconta un mondo surreale e non vero, poi quando siamo in branco torniamo quelli che eravamo, da sempre.

Ecco perchè sopra a quello scoglio mi sentivo vivo, vero e orgoglioso di me, perchè sopra a quello scoglio più vecchio di me, vivevo la vita come la desideravo, con tutte le sfaccettature colorate che sognavo da sempre, un mondo piatto gerarchicamente e piramidale nell’amore, un mondo dove chiunque generesasse affetto e lo donasse a chiunque avesse vicino, un mondo dove nessuno prevaricasse sugli altri.

Era per quello, forse proprio per questo mio modo di pensare che non avevo un posto definito nella società, ma non mi importava perchè con me c’era il mare e la musica, a me non importava perchè le note di quella canzone mi rendevano libero della vita e pieno di me.

C’erano momenti così dolci, in quegli attimi trascorsi su quello scoglio che percepivo l’immensità dell’amore, la grandezza di un rapporto, la vastità dei pensieri, la bellezza di una carezza, la profondità di due occhi che ti guardano innamorati e sicuri di te.

C’erano momenti in cui, ogni onda che si infrangeva sul mio scoglio mi donava emozioni vere, uniche, come fragorosi baci sulla fronte.

Era lì, solo li, che valorizzavo la grandezza delle persone, che percepivo l’immensità dell’uomo e poco mi importava se lontano da lì, tutto tornava ad essere normale, sadico ed egoista.

A me bastava, perchè donando amore sapevo che lo avrei ricevuto, oggi dal mare e un domani da un’anima gentile, ma lo avrei riavuto in cambio.

Ecco perchè quello scoglio era l’amico più fedele che avevo, lui riusciva ad avvicinarmi alla mia anima e ai mie desideri.

Non importa quello che gli altri abbiano pensato di me ogni volta che passavano di lì, non importa quante storie fantastiche abbiano inventato sulla mia anima, perchè io so, so bene, che chi nasce tondo muore tondo percui non ho altro da chiedere a questa vita che permettermi di amare.

Che sia una donna, un figlio, un fiore, la natura o il mondo intero poco importa perchè amando so che verrò amato e tutto sarà più semplice.

Non importa quanto lontano sia il vostro scoglio, se lo avete trovato o lo state sempre cercando, ricordatevi che donare amore è l’unica cosa che possiamo fare per noi prima che per gli altri.

Non importa se dovrete attendere giorni, mesi o anni prima che quella carezza sfiori il vostro viso, non smettete mai di sperarlo.

Non importa se dovrete attendere giorni, mesi o anni prima che le sue labbra si avvicinino alle vostre, perchè non esiste un mondo senza di lei.

Non importa se dovrete attendere giorni, mesi o anni prima che qualcuno si accorga di voi e di quello che siete, perchè vivere da sconosciuti e soli, non serve.

Non impauritevi se stare del tempo da soli, non verrete capiti o, peggio, derisi. Non fatevene una ragione o colpa, date il tempo al tempo, e vedrete che arriverà il giorno in cui tutto vi sarà chiaro.

Niente è più importante che far sorridere chi ami, anche se ancora non sai chi sia o lui/lei non sappia cosa provi.

Dona amore, ogni giorno che puoi, senza riserve, senza remore, senza paura perchè tutto quell’amore ti tornerà e ti sommergerà.

Merita sempre vivere una vita serena, anche quando la tempesta si abbatte su di voi.

Siate come quello scoglio, fermi lì, da sempre e per sempre, con il sole e con la pioggia, d’estate e d’inverno, lì sempre lì, convinti di chi siete e che il problema del mondo non siete voi.

Così. Per dire. CJJ