Oggi pomeriggio ho avuto la possibilità di parlare, con serenità e tranquillità, con una persona importante nella mia vita, una persona che nel bene e nel male, mi è stata vicina in gran parte delle cose che ho fatto.

Siamo in armonia su quasi tutto, ma agiamo in maniera talmente difforme che lo scontrarsi è diventato quotidiano e desueto.

Capirete che, trovando il modo (grazie domenica) di parlarci senza partire dal preconcetto che “si pensa diversamenet”  e quindi “si discuterà” ci ha portato a confrontarci su una cosa importante: la gratificazione.

Beh, ne abbiamo parlato tanto, sfiorando argomenti nebulosi ed effimeri come “cosa intendi te per serenità?”, ci siamo avventurati a trattare “momenti di vita quotidiana” e di come li affrontiamo e del perchè così diversamente.

Abbiamo usato la classi frase di quando giustifichiamo le distanze: “menomale siamo diversi altrimenti sai come sarebbe brutto questo mondo”, parlato della cattiveria che questa pandemia ha portato nel cuore di ognuno di noi e delle classiche gestioni farlocche all’italiana, come se vivessimo in un altro paese e non ci toccassero in prima persona.

Abbiamo scherzato sulla gestione ridicola dei tamponi, calcolato ogni quanto debbano essere fatti e di quanto incidano sull’economia di una famiglia, abbiamo appurato che due donne valgono più di quattro uomini, abbiamo parlato di tanto altro e tutto con estrema calma, fino a quando, parlando e parlando ancora, mi ha detto “devo farmi forte delle piccole gioie quotidiane”.

Ci ho pensato a lungo prima di rispondergli (almeno 10 secondi) poi mi è stato chiaro il concetto,  quando ci aggrappiamo alle piccole cose per darci forza è perchè quelle “portanti” non ci sono o sono latenti.

Si, è così, quando ci crogioliamo sugli attimi per fingere che tutto vada bene è perchè non va bene nulla o poco.

Poi mi sono ricordato che siamo predatori e che la nostra società si basa sul “far soccombere” per “emergere” ed allora ho deciso che è meglio colui che “si aggrappa alle piccole cose per trovare un sorriso” di chi “sorride in faccia, ma non nel cuore”.

così. per dire. CJJ

ps Non ho mai sopportato la cattiveria, l’invidia e l’avidità

pps Non ho mai capito chi si approfitta della propria famiglia, facendosene gioco.

ppps ho sempre capito il valore della vita, ma mai un Dio che la toglie ad un bambino

pppps non è vero che tutti si percorre la vita con le stesse difficoltà, distribuite in momenti diversi. Quanti di voi sarebbero pronti a viverla con delle malformità? Magari in un figlio? magari sapendo che lo lascerai in un mondo che lo deriderà e se ne prenderà gioco?